La maxi operazione Italgas-2i Rete Gas volta a creare il “campione europeo” della distribuzione è ormai realtà (QE 12/2). Il principale scoglio, ossia il via libera dell’Antitrust italiano, è stato infatti superato:
l’AGCM ha dato luce verde, ovviamente con diverse condizioni, come nelle attese. In particolare, è prevista la cessione di circa 600 mila Pdr in 35 Atem, per una Rab stimabile intorno ai 550/600 mln €, ossia circa il 10% del valore dell’operazione (5,3 mld €, che incorpora un premio del 10% sulla Rab).
Più nel dettaglio, dovranno essere messi sul mercato il 20% dei Pdr in 31 Atem nei quali Italgas e 2i hanno una quota di mercato superiore al 20% (esclusa Milano 2) e tutti i Pdr acquisiti nei 4 Atem dove 2i detiene una quota intorno al 20%.
Nel primo caso si tratta degli Ambiti di:
Agrigento, Bari 2, Benevento, Brescia 5, Caltanissetta, Campobasso, Caserta 2, Catania 1, Frosinone 2, L’Aquila 2, Mantova 2, Massa Carrara, Matera, Messina 2, Napoli 2, Novara 2, Padova 2, Padova 3, Potenza 1, Potenza 2, Ragusa, Reggio di Calabria-Vibo Valentia, Roma 4, Roma 5, Salerno 1, Salerno 3, Teramo, Torino 6, Trapani, Varese 1, Viterbo.
Nel secondo caso gli Atem sono quelli di Barletta-Andria-Trani, Caserta 1, Cosenza 2 e Pisa.
Tra i potenziali acquirenti dei Pdr figurano senz’altro Acea e Ascopiave. L’utility romana ha partecipato alla consultazione Antitrust e ha inoltre di recente costituito A.Gas, newco a cui sono state conferite le attività di distribuzione gas del gruppo romano:
il 50% di Adistribuzionegas, attiva in 67 comuni distribuiti tra Abruzzo, Molise e Campania, e il 15% di Umbria distribuzione gas, dove è presente la stessa Italgas (QE 29/11/24). I primi obiettivi dovrebbero essere ovviamente Roma 4 e 5, anche se nel primo caso la gara Atem è attesa entro l’anno per cui è difficile che qualcuno si faccia avanti. Riguardo al gruppo veneto, lo stesso presidente Nicola Cecconato ha recentemente detto a QE di essere interessato agli Atem nelle aree dove il gruppo è presente e in quelle attigue, dunque sostanzialmente al Nord. Nella fattispecie, il focus potrebbe essere senz’altro su Padova 2 e 3, ma anche Brescia 5, Mantova 2 e magari Novara 2 (dovrebbero essere circa 30/40 mila Pdr complessivi). Altri due candidati potenziali sono Hera e Erogasmet. Resta poi sul tavolo l’opzione che si faccia avanti qualche grande Fondo per l’intero pacchetto, e a quel punto potrebbe essere favorito. Va però considerato che in questa occasione l’Antitrust ha deciso di non precludere la partecipazione all’asta agli incumbent negli Atem oggetto di cessione.
La vendita potrà avvenire a un prezzo d’asta libero a condizione però che, in linea con i precedenti casi di dismissione di asset nel settore, sia previsto un floor non comunicato al mercato. Soltanto qualora le offerte presentate risultino tutte inferiori a tale prezzo – o qualora non vi sia stata alcuna offerta a esito dell’intera procedura – la cessione sarà sostituita dalle cosiddette misure comportamentali “rafforzate” relativamente alla totalità degli asset detenuti dalle Parti. Sui tempi per la cessione, Italgas dovrà completare il processo entro ottobre. Nel dettaglio, dovrà avviare la raccolta delle manifestazioni di interesse entro 3 mesi. Il termine per la presentazione di tali manifestazioni dovrà essere di 30 giorni, con successiva data room e termine di 45 giorni per l’offerta vincolante. Entro i successivi cinque giorni Italgas dovrà inviare all’AGCM copia delle offerte vincolanti pervenute per la valutazione, entro i successivi 30 giorni, dell’idoneità dei possibili acquirenti. La conclusione dell’accordo preliminare e l’avvio del processo di handover dovranno avvenire entro un termine di 30 giorni.
Il closing dell’operazione con 2i è atteso per fine marzo/inizio aprile mentre entro giugno (situazione dei mercati permettendo) dovrebbe essere varato l’aumento di capitale da 1 mld € volto a finanziare l’operazione.
Unitamente alle cessioni, l’Antitrust ha imposto una serie di prescrizioni di natura
comportamentale in tutti i 65 Atem oggetto dell’istruttoria (facilitazioni finanziarie, contrattuali, tecniche e informative) per incentivare la partecipazione alla relativa gara di altri operatori, capaci di contendere efficacemente la gestione a Italgas nel corso della procedura.
Tra le altre cose, il DSO dovrà consentire al gestore aggiudicatario delle relative gare d’ambito di beneficiare, per un periodo massimo di tre anni dalla data di effettivo subentro nella gestione, della dilazione del pagamento del VIR con l’applicazione di un tasso di interesse pari alla somma di Margine e Tasso Midswap di Riferimento, ovverosia 0,60% (60 punti base) + Tasso Midswap a dieci anni.
di Carlo Maciocco