Prospettate cessioni in 35 dei 65 Atem in cui l’operazione risulta “ostacolare la concorrenza in modo significativo”. Misure comportamentali con dilazione VIR fino a 3 anni. L’Antitrust è orientata a concludere positivamente nei prossimi giorni, con un via libera con prescrizioni, l’esame dell’acquisizione di 2i Rete Gas, secondo operatore nazionale della distribuzione locale di metano, da parte del primo, Italgas A quanto risulta alla Staffetta, la scorsa settimana il Garante per la concorrenza ha inviato alle parti le risultanze istruttorie, nelle quali nota che le criticità per la concorrenza possono essere superate con rimedi proposti da Italgas. Più nel dettaglio, nelle risultanze l’AGCM rileva che l’operazione è suscettibile di “ostacolare in modo significativo la concorrenza” nelle gare per il servizio di distribuzione gas nei 65 Atem indicati nel provvedimento di avvio, pari a oltre un terzo di tutti gli ambiti italiani, e che in 35 di essi produce anche una “grave restrizione diretta” della competizione.
Al tempo stesso, la convinzione degli uffici è che una serie di rimedi, basati su una proposta avanzata da Italgas verso metà febbraio e che includono cessioni in 35 Atem più rimedi comportamentali, appaia idonea a risolvere tali criticità. In particolare i rimedi prospettati includono la cessione di concessioni corrispondenti a un 20% dei PdR nei 31 Atem nei quali sia Italgas che 2i Rete Gas gestiscono una quota di PdR superiore al 20%.
Si tratta di Agrigento, Bari 2, Benevento, Brescia 5, Caltanissetta, Campobasso, Caserta 2, Catania 1, Frosinone 2, L’Aquila 2, Mantova 2, Massa Carrara, Matera, Messina 2, Napoli 2, Novara 2, Padova 2, Padova 3, Potenza 1, Potenza 2, Ragusa, Reggio Calabria e Vibo Valentia, Roma 4, Roma 5, Salerno 1, Salerno 3, Teramo, Torino 6, Trapani, Varese 1 e Viterbo. In altri 4 Atem, poi, in cui 2i Rete Gas gestisce poco meno del 20% dei PdR (Barletta Andria Trani, Caserta 1, Cosenza 2 e Pisa), Italgas dovrebbe cedere concessioni per una quota di PdR pari a quella acquisita con l’operazione, sterilizzando di fatto le sovrapposizioni. Nessuna cessione per l’Atem Milano 2.
Secondo l’AGCM, tali cessioni, accompagnate da misure di tipo comportamentale relative anche al resto degli asset di Italgas, appaiono una richiesta “ragionevole, in linea con la precedente prassi e coerente con il criterio con cui è stato individuato tale gruppo nel provvedimento di avvio”. A tale scopo il Garante aveva in particolare utilizzato il criterio secondo cui, in assenza di considerazioni specifiche, ciascuna delle Parti è ritenuta un “partecipante probabile” alla gara là dove gestisca una percentuale di PdR pari ad almeno il 20% del totale.
Inoltre, “il grande numero di Atem interessati dalle procedure di cessione potrebbe offrire, rispetto alle limitate cessioni che sono state prescritte in passato, maggiori opportunità di investimento e potenzialmente attirare anche investitori di una certa dimensione”, conclude il Garante.
Il tutto purché alle cessioni si accompagnino come detto misure comportamentali e modalità di cessione adeguate.
Sul primo punto, si dovrebbero avere misure di tipo informativo (es. fornire una conoscenza maggiormente dettagliata delle reti), l’anticipazione delle scadenze di alcune concessioni, la possibilità di acquisire dal gestore uscente un numero di dipendenti inferiore rispetto a quanto stabilito dalla normativa, la possibilità di stipulare contratti di servizio di natura tecnica e facilitazioni finanziarie nel riscatto degli asset dal gestore uscente.
Su quest’ultimo aspetto l’AGCM prospetta, per gli Atem oggetto di cessioni, una dilazione del VIR fino a 3 anni o, in alternativa, un indennizzo simile a quello prescritto in precedenti casi analoghi (es operazione Nedgia) e, per gli altri Atem non oggetto di cessioni, una dilazione a 18 mesi.
Il Garante rimarca che i rimedi “rafforzati” proposti da Italgas dovranno applicarsi per tutti gli Atem in cui verranno prescritte dismissioni sia nel caso queste ultime vadano a buon fine sia che non si realizzino.
Con riguardo alle procedure di cessione, i potenziali acquirenti non dovranno essere già presenti nell’Atem interessato con una quota di PdR sopra il 20%, né direttamente né tramite società collegate.
Il Garante ha dato alle parti tempo fino a domani 26 febbraio per presentare eventuali memorie, mentre la fase di acquisizione di elementi probatori si chiuderà il 3 marzo, il tutto in vista di un via libera definitivo che potrebbe arrivare prima di metà mese.
Non dovrebbero svolgersi audizioni davanti al Collegio, né delle due controparti né di terzi, in quanto né Italgas né 2i lo hanno chiesto.
Gionata Picchio Staffetta online 11 marzo 2025