F2i/Finavias accettano l’offerta da 2,06 mld più 3,25 mld di debito. Aumento di capitale da 1 mld per finanziamento. Closing atteso entro metà 2025. Per il nodo antitrust spunta l’ipotesi deroga
Italgas e F2i hanno annunciato sabato di aver firmato il contratto che prevede la cessione da parte di F2i e di Finavias di 2i Rete Gas a Italgas. F2i detiene il 63,9% di 2i Rete Gas, Finavias (veicolo societario partecipato da Apg Asset Management e fondi gestiti da Ardian) il restante 36,1%. Le due venditrici hanno accettato l’offerta vincolante di Italgas che riconosce a 2i Rete Gas un valore di 2,06 miliardi di euro (equity value) alla data del 31 dicembre 2023 a cui si aggiunge l’indebitamento finanziario netto e altre passività nette al 31 dicembre 2023 pari a 3,246 miliardi di euro, per un valore totale dell’acquisizione di 5,3 mld. L’accordo è giunto al termine di un periodo di esclusiva accordato a maggio scorso dai venditori ad Italgas. Il trasferimento delle azioni è condizionato alle autorizzazioni delle autorità competenti ed è atteso entro il primo semestre del 2025, ha detto oggi Italgas nel presentare in un comunicato il nuovo Piano di investimenti 2024-30.
Sul nodo del via libera antitrust – come segnalato di non facile soluzione trattandosi del primo e secondo operatore del settore – il Sole24Ore di ieri ha parlato della possibile attivazione della deroga prevista dall’art 25 della legge 287/1990, secondo cui l’Agcm, secondo criteri indicati dal governo, “può eccezionalmente autorizzare, per rilevanti interessi generali dell’economia nazionale nell’ambito dell’integrazione europea, operazioni di concentrazione vietate ai sensi dell’articolo 6”, che di norma impedisce le concentrazioni che restringono la concorrenza, “sempreché esse non comportino la eliminazione della concorrenza dal mercato o restrizioni alla concorrenza non strettamente giustificate dagli interessi generali predetti. In tali casi l’Autorità prescrive comunque le misure necessarie per il ristabilimento di condizioni di piena concorrenza entro un termine prefissato”. Interpellato oggi sulla questione dagli analisti finanziari, l’a.d. Paolo Gallo si è limitato a dire che in questo momento “stiamo mettendo insieme tutta la documentazione da presentare all’antitrust, dopo che l’avremo presentata cominceremo la conversazione con i loro uffici” per la quale si possono stimare “in tutto 6 mesi” per avere una risposta. Gallo non si è spinto a fare previsioni ricordando che in casi analoghi in passato l’Agcm “ha applicato una combinazione di dismissioni e soft remedies e ci aspettiamo un approccio simile”. Sulle possibili dismissioni per due volte nella presentazione ha detto però di non pter rivelare quali e di quale entità siano siano quelle ipotizzate nel Piano 2024-30.
Nel 2023 2i Rete Gas ha registrato ricavi adjusted per 815,0 milioni di euro, un margine operativo lordo adjusted di 546,3 mln, un risultato operativo adjusted di 317,7 mln e un risultato netto adjusted pari a 181,3 mln. Nel 2023 gli investimenti sono stati pari a 372,2 mln.
Post acquisizione, Italgas avrà oltre 6.500 dipendenti e servirà 12,9 milioni di clienti sull’infrastruttura del gas in Italia e in Grecia, per una media di oltre 13 miliardi di metri cubi di gas distribuiti ogni anno attraverso 154.000 chilometri di reti.
Italgas farà fronte al relativo fabbisogno finanziario mediante ricorso a un finanziamento “bridge”, sottoscritto inizialmente da J.P. Morgan e sindacato ad un pool di banche finanziatrici composto da Banco BPM, BofA Securities, Citi, J.P. Morgan, Morgan Stanley e Société Générale, che sarà rifinanziato anche mediante il ricorso a un aumento di capitale in opzione, pari a 1 miliardo di euro, con l’obiettivo di mantenere l’attuale profilo di rating. Termini e modalità dell’aumento di capitale saranno definiti in seguito. Italgas prevede che l’operazione avrà un effetto positivo sull’utile per azione già nel primo anno successivo al closing, considerando anche il previsto aumento di capitale.
Staffetta Quotidiana, 07-10-2024