Rinnovabili, progetti bloccati pari a quattro volte i consumi italiani.
Burocrazia. Autorizzazioni in Lista d’attesa per 180 mila megawatt a fronte di target di 37 mila al 2030 del piano nazionale energia (PNIEC) di Jacopo Giliberto
I progetti per costruire nuove centrali elettriche alimentate dal sole e dal vento hanno superato i 180 mila megawatt e vanno verso i 200 mila megawatt.
Sono concentrati nel Mezzogiorno, dove il sole e il vento sono più produttivi. Terna, la Spa pubblica dell’alta tensione, al 31 dicembre scorso aveva richieste per allacciare alla rete impianti per 136 mila megawatt su terraferma e 31.800 megawatt in mare; altri 13 mila megawatt erano le domande di allacciamento alle reti di media e bassa tensione dei distributori locali di corrente.
Questi i dati aggiornati a tre mesi fa. Ogni mese si aggiungono nuove domande fra i 5 mila e i 10 mila megawatt: in questo primo ritaglio di aprile la lista d’attesa per le centrali ecologiche potrebbe essere vicina a 200 mila megawatt.
La situazione è a doppio senso. I numeri dicono quanti progetti sono in lista d’attesa a causa della paralisi delle autorizzazioni, ma spiegano anche perché alcune amministrazioni pubbliche sono paralizzate dalle vagonate di richieste, spesso richieste fotocopia presentate uguali in tre, quattro o cinque luoghi diversi nella speranza che almeno uno riesca a essere realizzato.
I numeri di paragone
Ecco alcuni numeri per fare i paragoni. La domanda massima di potenza elettrica in Italia è di circa 57 mila megawatt (con il caldo asfissiante del luglio 2015 si toccarono i 56.883 megawatt). Al 31 dicembre erano in funzione centrali rinnovabili per complessivi 57.676 megawatt.
Il piano nazionale per l’energia e il clima PNIEC prevede che nel 2030 l’Italia avrà in tutto centrali rinnovabili per complessivi 95.210, cioè 37.534 nuovi megawatt di centrali alimentate dal sole e dal vento. Più di metà delle nuove centrali, dice il piano, dovranno essere costruite nel Centro-Nord, vicino alla maggior pane della domanda elettrica.
Il piano PNIEC viene ancora usato per programmare gli investimenti, ma è già invecchiato perché nel frattempo l’Europa, con il programma FITFOR 55 55, ha imposto obiettivi più alti. Il nuovo PNIEC, aveva spiegato il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, conterrà un obiettivo di 60 mila megawatt rinnovabili.
Tutto al Mezzogiorno
Al 31 dicembre erano arrivate a Terna domande per allacciare alle linee di alta tensione centrali eoliche e solari per complessivi 43 mila megawatt in Sicilia fra terra e mare; altri 26 mila megawatt in Sardegna fra terra e mare, e 6 mila megawatt in Calabria fra terraferma e in mare.
Nel resto del Mezzogiorno (escluse cioè Sicilia, Sardegna e Calabria) erano in lista d’attesa altri 57 mila megawatt su terra e 11 mila in mare.
In tutto al Sud circa 135 mila megawatt.
E l’Alta Italia su cui punta il programma PNIEC ?
Ebbene, le richieste di connettere alla rete di alta tensione nuovi impianti rinnovabili è pari in tutto ad appena 6 megawatt per il Nord e un paio di megawatt per il Centro-Nord formato da Toscana e Marche.
Lo strano caso della Sicilia
Al 31 dicembre Terna aveva raccolto in Sicilia richieste di connessione allarete di alta tensione pari a oltre 43 mila megawatt, di cui 36 mila megawatt su terraferma e 7.329 megawatt per impianti nel mare.
Benissimo. C’è un però. L’intera Sicilia nel momento di massima domanda, palermitani e catanesicon i condizionatori accesi a manetta, i poli industriali in piena attività e così via — esprime una richiesta massima di potenza che è quasi4 mila megawatt. Un decimo deiprogetti presentati.
Se avesse tutte le nuove centrali, la Sicilia potrebbe esportare quell’energia in eccesso, ma le linee di alta tensione sono opere molto impegnative; come il potente nuovo elettrodotto Sorgente – Rizziconi.
In tutto le grandi linee per esportare dalla Sicilia hanno capacità di1.500 megawatt.
La grande opera monstre contenuta nel piano di Sviluppo di Terna, quel poderoso progetto del Thyrrenian Link in cavo doppio e corrente continua che suscita l’ammirazione in tutto il mondo, che collegherà via mare la Sicilia con la Sardegna e con la Campania, il cui costo di realizzazione è di 3,7 miliardi di euro. In tutto, quattro cavi da 500 megawatt l’uno per complessivi 2 mila megawatt.
Uffici intasati di richieste
Le più interessanti fonti rinnovabili d’energia, solare ed eolico, si fanno dove ci sono più sole e più vento, non dove piace. Chi investe si presenta nei luoghi più interessanti.
C’è chi suggerisce aste e incentivi diversificati in modo da sostenere anche i progetti realizzati in aree meno ventose e meno soleggiate, per distribuirli meglio in tutte le parti del Paese.
Una delle cause che frenano i progetti delle rinnovabili è si la burocrazia, ma anche il fatto che gli organici degli uffici di alcune Regioni sono commisurati con la programmazione ordinaria e non con questa valanga di progetti da esaminare.