La nuova fase della sperimentazione frutto del protocollo siglato da Inrete con Mase e Cig. Il commento di Pichetto
Prende il via la sperimentazione di immissione di una miscela di gas e idrogeno al 5% nella rete di distribuzione gas a Castelfranco Emilia, nella provincia di Modena. E’ la prima volta che in Italia si esegue un test di questo tipo in una rete al servizio di un’area residenziale. Si tratta in particolare di un isolato di rete che serve circa 40 famiglie. La rete fino ad oggi ha visto una immissione di un blending al 2% di H2.
La nuova sperimentazione di idrogeno “verde” durerà fino al 3 aprile e fa seguito al protocollo sottoscritto a inizio anno tra Inrete Distribuzione Energia (gruppo Hera), Comitato Italiano Gas-CIG, ministero dell’Ambiente e Sicurezza energetica (QE 30/1). L’impianto, certificato da Rina per la sicurezza, ha al suo interno tecnologie innovative che vedono l’industria italiana protagonista.
“La nostra Strategia nazionale – commenta il ministro Gilberto Pichetto in una nota – guarda all’idrogeno come fonte in grado di contribuire vivacemente alla decarbonizzazione: ne beneficeranno in particolare i settori dell’industria e dei trasporti, ma come dimostra la giornata odierna (31 marzo, ndr) potrà essere una positiva novità anche direttamente per i cittadini”. “Vorrei ringraziare per la collaborazione – conclude il titolare Mase – le famiglie del territorio interessato, assieme a tutti gli interlocutori tecnici e istituzionali coinvolti nel progetto”.
Si tratta di una sfida possibile guardando a un modello di impresa “che integra la crescita industriale con una sostenibilità concreta”, commenta l’ad di Hera Orazio Iacono in occasione della presentazione dell’iniziativa il 31 marzo nel modenese. “Come multiutility il nostro ruolo è cambiato negli anni, da distributori di commodity siamo diventati abilitatori della transizione energetica attraverso le nostre infrastrutture”, aggiunge.
“Ci stiamo preparando a quando il trasportare nazionale distribuirà nelle cabine Remi un gas in blending con idrogeno”, dichiara a QE l’ad di Inrete Federico Bronzini ma non solo.
“L’altra possibilità è replicare il modello di generazione distribuita, usando l’idrogeno come sistema di stoccaggio stagionale. Utilizzare quindi elettrolizzatori e rete gas per trasformare l’eccesso di energia prodotta da rinnovabili in molecola green da stoccare nella rete gas nazionale”.
“La sostenibilità si fa mettendo insieme tutte le tecnologie che abbiamo”, rimarca la presidente di CIG, Dina Lanzi. In questo, assicura, “il CIG è pronto ad accompagnare la transizione verso i gas verdi”, conclude. “Da studi recentemente fatti”, commenta a margine dell’inaugurazione il direttore generale del CIG, Stefano Cagnoli, “abbiamo verificato come la possibilità di modificare i sistemi di riscaldamento con altri differenti sia molto complessa, soprattutto dal punto di vista economico per il cittadino”. In questo un blending di idrogeno permetterebbe di rendere più green la rete gas “patrimonio di infrastruttura” per l’Italia.
Quanto alla sicurezza, “abbiamo studiato un sistema di controllo con Inrete con dei gas detector che sono in grado di individuare le minime perdite prima ancora che possano raggiungere rischi di esplosività. Il sistema va in allarme e attiva i sistemi di sicurezza”, chiarisce a QE Diomede Malvaso, Rina consulting, responsabile sicurezza nel progetto.
Diversi i player coinvolti nel modello del gruppo Hera oltre Rina: Baxi, Bosch, Electrolux, Emerson, Ferroli, Immergas, Innovhub SSI, Pietro Fiorentini, Snam, TdZ, Valpres (Bonomi Group), Alfa Engineering e Idrotherm 2000. Per il progetto, partito nel 2021 con Inrete capofila, questa è la terza fase della sperimentazione.
L’iniziativa, sottolinea una nota, “si concluderà indicativamente a fine anno quando, in base ai risultati ottenuti, si valuterà l’opportunità di testare miscele con una quantità ancora superiore di idrogeno, fino al 10%”.
di Agnese Cecchini
QE 31/03/2025